domenica 4 marzo 2018

Aziende edili: 5 buoni motivi per avere un blog

Comprendo che l’idea di diventare un’azienda “social” possa far sorgere qualche perplessità ma oggi essere presenti sulle principali piattaforme non è più tanto una scelta quanto un “must”. E la dimostrazione più lampante è data dal fatto che se anche decidete per una politica “no social” sarete comunque trasportati nel mondo digitale dai vostri clienti, prospect, dipendenti. Sarete presenti nelle loro discussioni e nei commenti (VolkswagenMonclerBarilla docet…) e forse già questo fatto di per sé può motivare la necessità di presidiare le principali piattaforme. Ma se desideriamo veramente sfruttare le potenzialità offerte da questi nuovi potenti mezzi di comunicazione allora è il caso di prendere in considerazione la possibilità di creare un blog aziendale. Ed anche un’azienda di costruzione o un’impresa di produzione del comparto edile hanno almeno cinque buoni motivi per farlo:
1) mostrare il livello di competenza tecnica
2) consolidare la leadership
3) esprimere opinioni e valutazioni sulle nuove normative
4) fornire risposte alle domande più frequenti poste dalla clientela
5) sostenere le campagne di marketing
Il marketing digitale è in continua evoluzione ma oggi più che mai i punti sopra elencati sono importanti per raggiungere gli obiettivi di business: dimostrare competenza tecnica e conoscenza del settore è fondamentale.

Attraverso il blog e contenuti attuali, ben studiati, utili e promossi nel modo giusto al pubblico giusto, si possono ottenere condivisioni. E la condivisione è essenziale se l’obiettivo dell’impresa è quello di competere e prosperare on line. Più fonti esterne condividono link ai contenuti del blog, più è probabile che il loro pubblico entri in contatto con il vostro marchio.
Il blog aziendale offre anche l’opportunità, spesso ignorata, di generare link interni alle pagine del sito: questo oltre a costituire un importante aspetto Seo, consente agli eventuali lettori di accedere direttamente ad altre pagine collegate. Potreste quindi ottimizzare la loro navigazione verso call-to-action importanti quali per esempio il download di un white paper o la visualizzazione di una pagina di prodotto.
In questo modo il collegamento interno non solo aumenta l’usabilità del sito ma assicura che il contenuto del blog generi obiettivi di business.
Inoltre, i motori di ricerca hanno cominciato a tenere conto degli utenti dei canali social che condividono contenuti affidabili. Utilizzare siti attendibili per pubblicare i vostri contenuti, quali Twitter, Linkedin e Google+ è un buon modo per mostrare alla vostra community ed a Google stesso che i link generati dal vostro blog sono attendibili. Per molti utilizzatori dei social media la condivisione dei contenuti sulle varie piattaforme non vuole soltanto una dimostrazione di quanto siano ben collegati ma anche di quanto siano ben informati e aggiornati. Le persone condividono le cose che danno loro la sensazione di essere in

qualche modo rilevanti. Aiutate gli influencer a mostrare che sono i leader nel vostro settore, condividendo contenuti del blog pertinenti ed interessanti al fine di informare, educare, stimolare e anche divertire il pubblico finale. Visto che oltre due miliardi di persone hanno ora un account sui social media, non vi è dubbio che una parte del vostro pubblico di appaltatori e progettisti starà cercando news in attesa della vostra competenza tecnica e di orientamento.


mercoledì 18 marzo 2015

Aspiranti ninja sul palco

Al via la Battle-MI, La Battaglia delle Idee powered by Quag

Oggi dodici start-up innovative salgono sul palco del MiCo (Milano congressi http://www.micomilano.it/DoveSiamo_it.html) e si daranno battaglia. Per chi non può partecipare, streaming in diretta e live twitting ‪#‎noexcuse‬

martedì 17 marzo 2015

Le Infoladies

In Bangladesh Internet viaggia sulle due ruote grazie alle donne



Si chiama Dnet ed ha sede nella kooh-i-noor tower a Dhaka, capitale del Bangladesh. È una Ong (Organizzazione non governativa) la cui mission è promuovere la fusione delle innovazioni sociali e tecnologiche per costruire modelli di sviluppo sociale replicabili che contribuiscano alla riduzione della povertà, a migliorare il benessere e alla costruzione di percorsi di pace.
E la realizzazione di così ambiziosi obiettivi non può passare che attraverso l’istruzione, l’educazione e la possibilità di progettare e dare vita a professionalità che possano sfociare in una piccola impresa, in un lavoro vero e proprio.
Combattere la povertà e condizioni di vita che generano disagio, malattie e disperazione è sicuramente una delle strade da seguire e dunque, biciclette alla mano, ecco le Infoladies che attraversano in lungo e in largo questo Paese asiatico, tra i più densamente popolati al mondo ed il cui tasso di povertà è tragicamente elevato.
Il programma “Infolady” ha iniziato il suo viaggio inaugurando un modo nuovo di stare accanto alle persone emarginate del Bangladesh per garantire loro i servizi più basilari di information technology. Un protocollo d’intesa siglato tra Dnet e la National Bank of Bangladesh ha garantito le risorse finanziarie grazie alle quali le Infoladies possono richiedere prestiti che rientrano nel quadro del regime di rifinanziamento per le donne imprenditrici del settore delle piccole e medie imprese (pmi).
A oggi, sono stati erogati tre milioni di prestiti a Gaibandha Sadar e Saghata, Purbadhala di Netrokona, Sariakanda di Bogura, Kulaura di Moulavibazar e Anowara di Chittagong, ma Dnet sta lavorando per estendere il programma Infolady in tutto il Paese. L’obiettivo è quello di arrivare a millecinquecento Infoladies entro la fine del 2016, in modo che millecinquecento donne possano essere economicamente indipendenti. Il protocollo d'intesa permetterà alle Infoladies di usufruire di un prestito loro dedicato in qualsiasi luogo in cui il progetto funziona. Ma nello specifico, cos’è esattamente una Infolady? È una giovane donna rurale che, dopo un periodo di formazione, va sulla sua bicicletta e offre una varietà di servizi, sia di information technology (Ict) e altri servizi, porta a porta alle comunità rurali. I vantaggi di questo programma sono notevoli, poiché il modello Infolady a fronte di un basso costo costituisce un servizio vitale per il collegamento e il sostentamento delle popolazioni rurali. Come già detto, dopo un periodo formativo l’Infolady riceve un prestito per acquistare le attrezzature necessarie (bicicletta e dispositivi ict) e poi si mette in viaggio con la sua bici per raggiungere aree remote (in un raggio di 5/10 chilometri) e fornire personalmente agli abitanti dei villaggi informazioni e risorse quali il servizio di Help Line, il servizio telefonico commerciale, servizi fotografici, informazioni di sostentamento e di servizio della conoscenza, il servizio internazionale e locale di chiamata vocale, video, servizio di animazione e un servizio di informazioni basato su Internet. Oltre a questi servizi basilari, le Infoladies forniscono anche informazioni e servizi essenziali connessi all'agricoltura, ma in particolare contribuiscono alla diffusione di una cultura della salute e all’educazione sessuale delle adolescenti oltre che dare preziose informazioni sulle buone pratiche e la salute durante la maternità, l'istruzione e altri problemi di sostentamento per le popolazioni rurali svantaggiate.
La Infolady utilizza piccoli computer portatili o netbook per archiviare ed inviare i dati e fornire i suoi servizi di informazione chiave, ma tutta l’attrezzatura a sua disposizione deve necessariamente essere portatile e facile da trasportare per garantire l’accesso alle informazioni in modo particolare alle donne e ai disabili.
Attualmente, si legge nel profilo Linkedin del progetto, ci sono 53 Infoladies nel Paese ed il loro guadagno si aggira in media intorno ai 180 dollari al mese. Alcune di loro arrivano addirittura a guadagnare più di 644 dollari.
Avreste mai pensato che, grazie a Internet, si potesse incidere così profondamente nel tessuto sociale (pensate alla condizione della donna nei Paesi asiatici) ed al contempo contribuire a migliorare in modo così importante le condizioni di vita delle popolazioni che vivono in zone disagiate? Sicuramente no. Tecnologia dell’informazione e tecnologia applicata ai servizi sanitari formano un connubio vincente, soprattutto se si pensa che le Infoladies sono in grado di effettuare anche esami del sangue basilari per controllare, per esempio, la glicemia e possono misurare la pressione.
Un esempio virtuoso delle immense potenzialità della Rete ed un’idea vincente. Isn’t it?
Be Digital, Be Social, Be Smart

lunedì 9 febbraio 2015

Twitter: "cyber bullismo e troll, non possiamo farci nulla"





Se anche il Ceo del social cinguettante, Dick Costolo, allarga le braccia di fronte a fenomeni negativi quali il cyber-bullismo ed i troll, come si legge nella news pubblicata oggi dall'Ansa, diventa sempre più importante munirsi di tutti gli strumenti che ci consentono di contrastare e di difenderci da queste vere e proprie "aggressioni digitali". Forse non è possibile individuarli tempestivamente e bloccarli per via telematica, ma con il buon senso e tanta formazione dovremmo essere in grado di tutelarci.
Diverso invece è il discorso che riguarda le aziende e la cosiddetta brand-reputation, che finisce a rischio ogniqualvolta si avvia una campagna sui social media, in particolar modo per quelle imprese/multinazionali un po' negligenti sul fronte della trasparenza e dell'eticità. Ma anche il settore sportivo sembra non essere immune da attacchi e da franchi tiratori, anche se in questo caso solitamente agiscono a viso aperto e non sotto le mentite spoglie di troll. Proprio stamattina a Radio Deejay si è parlato dell'infelice idea della Roma: la società calcistica della Capitale, dopo l'acquisto di Spolli ha ben pensato di dare ai tifosi la possibilità di fare direttamente le domande al neo-difensore giallo rosso. Il risultato? ‪#‎sisalvichipuò‬



Teribbili, come dicono a Roma, i commenti dei tifosi ma davvero esilaranti...
Il web è un mare insidioso, ancora una volta ha dimostrato quanto sia rischioso avventurarsi tra i flutti...

Be Social, Be Digital, Be Smart


martedì 18 novembre 2014

Odia il prossimo tuo

Il conflitto va in Rete, toh non è un caso...


Difficile commentare quanto sta accadendo nel mondo senza cadere nella retorica o nell'ovvio, tuttavia è già da tempo che desideravo dire qualcosa sui temi della violenza in Rete. La molla è saltata questa mattina quando ho letto la notizia dell'Ansa sul furto dell'account twitter del Ku Klux Klan attuato da Anonymous.
Scopo del furto, contrastare le minacce del Klan nei confronti dei manifestanti di Ferguson.
Lo scontro sociale si sposta sul web o forse è meglio dire che si è già spostato da tempo sulla Rete. Dal reale al virtuale, la guerra di religione, il razzismo, i movimenti di piazza sembrano non poter più esistere senza il loro "doppio digitale". L'incredibile velocità di diffusione e la viralizzazione dei contenuti sono ormai strumenti irrinunciabili specialmente per chi vive della visibilità e della "presa" che alcuni temi hanno sull'opinione pubblica: la paura, l'odio, il rancore. In questo caso tuttavia, Anonymous applica una sorta di "giustizia digitale" rendendo pan per focaccia ai signori del KKK al grido di "via il cappuccio!".Ho assistito non molto tempo fa ad una trasmissione televisiva nel corso della quale conduttore e ospiti si meravigliavano dell'abilità e della conoscenza della tecnologia mostrata dagli appartenenti all'Isis.
Sono ormai una triste e risaputa realtà il reclutamento di nuove leve sui social network ed i video propagandistici, oltre ai video delle decapitazioni (che mi rifiuto di vedere).
Non capisco cosa ci sia da stupirsi, questi signori della morte vivono nel deserto ma non sono scemi (purtroppo).
I social media mostrano in questi casi il rovescio della medaglia, la psicologia del terrore cavalca a meraviglia questi nuovi potenti mezzi sfruttando le stesse meravigliose opportunità offerte dalla diffusione pervasiva dei nuovi device (smartphone, tablet, pc...).
Bene e male si fronteggiano sul web, così come nella vita reale.